lunedì 29 novembre 2010

Perché solo bambine nel coro?

Non proprio moltissimi anni fa, poco più di quarant'anni (un battere di ciglia per il tempo), nei cori di "Voci bianche", quelli meritevoli di essere così definiti, erano rigorosamente ammessi solo bambini maschi. Lo stesso mio coro, nel 1970, alla gloriosa rassegna internazionale loretana di "pueri cantores", venne ammesso con la clausola che i componenti fossero solo maschi. Decisi di infrangere questa tradizione che ritenevo priva di logica e adeguata giustificazione accogliendo nel mio coro anche le bambine. Oggi, finalmente, questa vetusta e assurda tradizione ha perso colpi e abbandonato le sue antiche velleità. E' migliorato qualcosa? Se per migliorato si intende il fatto che anche vicino all'altare, nelle improvvisate "cantorie" la presenza di qualche fanciulla non desti più scandalo e sconcerto, beh, si, le cose sono migliorate (di necessità si fa virtù). Ma ai "cori di bambini" (mi piace tanto questo termine, lo considero il più giusto, la definizione in assoluto più legittima, rispettosa dei soggetti che la compongono) ha migliorato qualcosa? Per niente! Anzi, ha capovolto i ruoli. Ora i cori di voci bianche o di bambini, sono costituiti prevalentemente da bambine. Spero non sia questa una fra le rivalse del "femminismo".
Il fenomeno s'è laicizzato e capovolto ma in senso negativo.
Le mode, gli allettamenti che enfatizzano il tutto facile, il successo effimero, la smodata aspirazione alla notorietà, stordisce, specie i più giovani, privandoli del diritto alla cultura, alla Musica, all'attenzione del bello prima che del famoso, a comprendere l'importanza delle discipline come aiuto alla ricerca della perfezione.
Il luogo comune che provoca questa situazione è dato quasi sempre dalla mancanza di informazione dell'adulto, della quale spesso ne è vittima il genitore stesso, che ritiene l'attività corale una "cosa da femmine". I maschi devono fare sport!: "Calcio", per primo, poi lotta. Nel "calcio" i bambini si assoggettano ad allenamenti in qualunque ora del giorno, in qualunque giorno, con qualunque tempo. Se proprio, proprio, per loro basta la musica leggera, magari attraverso l'imitazione dei cantanti adulti, scelta, questa, assolutamente diseducativa,.
Le bambine? ah le bambine fanno "danza", classica, moderna o tutte due! Proposta di avvicinamento all'Arte indubbiamente positiva. Ma perché? Loro devono ingentilirsi, prepararsi ad essere brave, eleganti, leggiadre... e poi? Poi può esserci il "coro", si, quello è adatto a loro. Questa è ghettizzazione delle discipline, dettata soprattutto dalle mode del momento.
A me sembra molto grave.
Ma perché i maschi non devono cantare? La voce è un dono, per molti aspetti, inoltre può tramutarsi in splendido strumento musicale e nel canto, soprattutto in coro, essa trova la soluzione migliore per avvicinarli alla Musica.
Sono convinto che anche il bambino maschio ha diritto di conoscere la propria voce, di usarla in modo corretto, di essere consapevole sul come usarla, quando, con chi, per chi proporla. Ha diritto di provare la gioia del canto. Il coro, soprattutto, insegna la disciplina dell'ascoltarsi e del saper ascoltare, aiuta a concepire la stessa come una necessità prima che come condizione.
C'è un abbigliamento adatto alle donne e c'è quello adatto all'uomo, forse ci sono pure lavori più adatti all'uomo e viceversa ma non devono essere dettati da preconcetti discriminanti.
Se i genitori scoprissero le potenzialità vocali del loro bambino, conoscessero la grande valenza educativa del cantare in coro, si convincessero che la voce, al pari delle gambe, dei piedi è un mezzo, si per comunicare ma anche per sublimare la poesia, il canto sulla stessa, che sa dare emozioni, che nel canto può trasfigurarsi in dono per chi l'ascolta, sono convinto che qualche domanda in più se la farebbero e la decisione sarebbe scontata.

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