venerdì 17 aprile 2009

La storia dei Minipolifonici XIV PARTE

E ora, I Minipolifonici dove sono? cosa fanno?
Sono in Umbria, naturalmente, dove abito, e dove continuano la loro vita attraverso l’ Associazione  “I Minipolifonici” nella quale è attivo un Centro per la formazione corale e musicale infantile che si propone come punto di riferimento nazionale per chiunque desideri informazioni, aiuto, consigli per la realizzazione e conduzione di un coro di bambini, per conoscere e approfondire le proprie esperienze nella didattica musicale infantile e nell’uso del nostro metodo.
Accoglieremo con gioia e affetto tutte quelle Scuole di musica, quei cori, e sono molti in Italia, che si ispirano ai Minipolifonici, e pur non servendosi del nome, lo onorano, attraverso la stima, il rispetto, l’entusiasmo, la fierezza di essere considerati da noi loro testimoni.
L’immediato? Eccolo: Il ventidue marzo ci fu l’Incontro nazionale di lettura musicale cantata attraverso il nostro metodo: DALCON (la didattica dei Minipolifonici).
Fu un gioioso concorso di lettura musicale, cantata, naturalmente, il primo in Italia, dove venticinque ragazzini, fra i sette e i dodici anni, provenienti da diverse Scuole di musica, si confrontarono esibendosi in diverse e variegate prove di lettura. 
Suddivisi in tre categorie: Primi passi, Allievi, Esperti, si destreggiarono nell’esecuzione di musiche precedentemente preparate, musiche consegnate il giorno prima, altre da leggere lì sul momento.
Bellissimo risultato di cui narreremo dettagliatamente sul blog.
Il 26 marzo, con gli allievi di prima, seconda e terza media a Ponte Pattoli, ho realizzato un progetto: “Dai ragazzi il teatro per i ragazzi” mettendo in scena due operine per bambini. I ragazzi della prima, fantastici, entusiasti, pronti a recepire qualunque stimolo proponessi loro, si cimentarono nella Montagna dei nanetti. All’inizio impacciati nel muoversi, nel cantare, poi ad ogni lezione constatavano, assaporandone il piacere, i loro continui progressi. 
Le classi seconda e terza realizzarono la Principessa Clara, un lavoro teatrale più impegnativo, con numerosi ruoli: narratori, personaggi, rumoristi, l’orchestra di flauti, il coro.Ognuno con i propri mezzi, le proprie capacità ce la mise tutta nel cercare di dare il meglio nell’esecuzione e rendere il tutto, anche la voce il più gradevole possibile. Una serata molto bella e piena di festosa euforia.
"Riguardo al Coro dei Minipolifonici, Milano, molti cantori hanno trovato cori dove cantare, numerosi sono quelli che vengono a trovarci, per il desiderio di mantenere forti e duraturi i legami di affetto, e stima verso la Leo e me.
A Trento, benché ancora in sordina e...”dietro mentite spoglie”, continua a vivere attraverso la caparbia passione di alcuni cantori: I coniugi Ajelli (Roberta e Guido), i coniugi Banal (Michela e Bebe), i coniugi Zambotti (Serena e Mario). Si ritrovano a casa di Mario ogni settimana per cantare, ma cantare alla Mini. Mario studia, si prepara, frequenta corsi di direzione, viene spesso da me in Umbria  per conoscere, sapere, imparare, con la Leo lavorare sulla sua voce, con me sul repertorio e questo senza alcuna pretesa o insana ambizione ma: per il piacere di “Cantare e far cantare per diletto” musiche soprattuto belle, cantarle  con gusto, scegliendo quelle adatte alle reali risorse vocali del coro. Questo sparuto gruppo di cantori ha chiesto a Mario Zambotti di dirigerlo ed io ne sono felice.
Se poi questi potranno essere i miei Minipolifonici, mi vedranno con loro.
Chi leggerà questo mio scritto e lo condividerà, potrà mettersi in contatto con Mario al suo telefono: 0461866618.

Ed ora un pensiero, a colei che più di qualunque altro ha dedicato ai Minipolifonici, per amor mio,  una parte importante della sua vita: Eleonora Dalbosco (la Leo per generazioni di cantori e allievi):

“Carissimo amore mio, così sento di rivolgermi a te che, oltre ad aver accettato di unire la tua vita alla mia attraverso il matrimonio, hai accettato di condividere, abbracciare e dedicarti in modo totale alla mia vita nei Minipolifonici di Trento e di Milano. Il tuo rapporto con Essi lo iniziasti a dieci anni nel coro delle voci bianche, nel coro misto, nelle formazioni cameristiche, poi collaborando alla nascita della Scuola di musica sia come insegnante che di supporto costante e provvidenziale nella conduzione della stessa (orari delle lezioni, stesura dei programmi didattici) e in tutte le iniziative che costantemente e copiose fiorivano nei Minipolifonici (Coro e Scuola).
Silenziosa, discreta per natura e per scelta, fosti al mio fianco, presente, collaborativa, stimolatrice, consolatrice in tante, tantissime situazioni, anche quelle  difficili, dolorose, drammatiche; le hai fatte tue, aiutandomi, sorreggendomi, suggerendomi, tutelandomi, in questi quarant’anni di vita dei Minipolifonici.
Hai gioito dei miei successi e di quelli dei “Mini”, hai sofferto per le mie e loro angosce, hai sopportato, per amor mio, offese, lacerazioni interne alla Associazione, alcune delle quali legate al nostro amore, al nostro matrimonio, alle nostre scelte di coppia, doverose, legittime ma da molti non comprese o non accettate.
Hai  dedicato, togliendolo alla tua famiglia, tantissimo tempo prezioso pur di starmi vicina e favorire la mia dedizione totale, forse eccessiva, verso i Minipolifonici.
Sempre per loro e per me, hai lasciato il posto sicuro di insegnante a Trento per seguirmi nel sogno (rivelatosi poi meraviglioso) di istituire i Minipolifonici pure a Milano.
Hai trascinato nella gioia di fare musica, grazie alle tue dolcissime qualità umane, alle tue particolari qualità professionali e didattiche, centinaia di bambini, ragazzi, a Trento, a Salorno (nella Scuola dei Minipolifonici da te avviata e diretta per diversi anni) e poi a Milano.
Hai impresso su migliaia di fogli, quaderni, libri il tuo “mitico, amatissimo Leoncino”, affascinante, fiabesco simbolo di approvazione per le costanti conquiste dei tuoi allievi.
Hai contribuito alla grandezza dei Minipolifonici, hai voluto che ciò avvenisse, e proprio quando tutto questo sembrava dovesse crollare (purtroppo a Trento è crollato), mi sei stata vicina e ancora una volta hai assorbito in te il peso delle mie angosce, hai fatto di tutto per alleviarle, riuscendo a farmi riconquistare serenità, fiducia, determinazione a continuare il cammino dei Minipolifonici.
Io, i Minipolifonici, tutti, senza di te non avremmo ottenuto, realizzato così tanti traguardi, tante soddisfazioni, tanti trionfi.
Grazie, Grazie, Grazie, Grazie! 
Il primo grazie è tutto mio, il secondo, doveroso, da parte di Trento, il terzo è dei tuoi allievi di Salorno, il quarto, lo sai, viene dai “Mini” di Milano, anche a nome di tutti i loro genitori.
 
La storia dei Minipolifonici, quindi, continua e continuerà a coinvolgere, trascinare, entusiasmare bambini, giovani, insegnanti, amici, “Mini”, tutti coloro, insomma, che vorranno mantenere vivo il legame di affetto, i ricordi, le emozioni vissute assieme, quelle nuove, quelle future, tutte unite in un unico, identico nostro “canto”.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sbagli Nicola, non è crollato a Trento, perchè "mini" non è una struttura, una targa sui campanelli o il dipinto di Novello; mini sei tu, sono io, Marco, Chicco, Guga, Loly e ancora tutti quei bambini e bambine che hanno messo le radici di quella che ora è un'importante struttura cittadina che, anche se forse non ricorda quei bimbi, esiste grazie a te e a loro, i tuoi mini. I mini a Trento ci sono ancora... Giusy

Nicola - Eleonora Conci ha detto...

I Mini, a Trento ci sono, è vero ma non sono più i miei Mini, forse nemmeno dei Mini storici: Guga, Chicco (Faes) naturalmente!, Marco, Beppa, Chiara... e avanti quasi all'infinito.
Quelli che ci sono ora hanno voluto che me ne andassi, perché rappresentavo un pericolo per i Minipolifonici che avrebbero voluto loro. Li ho accontentati. Si definiscono Mini ma lo sono solo per "usucapione".