giovedì 24 settembre 2009

Cles - Barcellona Pozzo di Gotto: due splendide realtà corali e musicali insieme per cantare.

Quattro bellisse giornate furono quella trascorse in occasione dell’incontro fra il Coro di voci bianche, il Coro giovanile della Scuola di musica C. Eccher di Cles e il Coro di voci bianche, i Ragazzi cantori di Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia).
Si sono ritrovati dopo che i cantori trentini vennero ospitati, nell’agosto del precedente anno, in Sicilia per un gemellaggio corale. Le amicizie createsi in occasione del viaggio nella splendida Sicilia resero necessaria, desiderata, attesa questa visita, arricchita anche da un’interessante occasione offerta dalla Scuola di Musica di Cles: un corso proprio per bambini e ragazzi cantori tenuto da Naomi Faran, musicista israeliana dinamica, esperta, dolce, trascinatrice direttrice di coro e da me, che con queste due bellissime realtà mi lega una grande, affettuosa amicizia. Io, che vissi in prima persona numerosi momenti con questi ragazzi e con i loro maestri: Chiara Biondani, Massimo Chini di Cles, Salvina Miano e Salvatore Perdichizzi, marito e prezioso Presidente, di Barcellona di Gotto, posso assicurare con quanta gioia trascorremmo quelle giornate, posso narrare su quanto s’è vissuto, s’è lavorato, e quante magnifiche emozioni tutti noi provammo.
I vari cori si resero, con entusiasmo, docili, duttili e utili “cavie” sotto le mani di Naomi e mie, sottoposti a diverse ore di lezione, prima per loro e poi per mostrare a un bel gruppo di giovani direttori di coro le nostre proposte didattiche, i nostri suggerimenti su come si possa gestire un corso di formazione musicale e corale a bambini e ragazzi.
Giornate fruttuose, abbellite da affascinanti momenti di musica, quali il concerto dei vari cori nella prestigiosa cornice del castello Valer di Tassullo, per esempio, due bellissime ore di musica, di canti eseguiti con emozionante bravura e lucida, gioiosa partecipazione.
“La voce dei bambini” “La voce dei ragazzi”: un coro per loro, un Maestro per loro, una metodologia didattica per loro, un repertorio per loro, un punto di incontro per loro: Chiedono troppo? Loro non lo chiedono, non devono chiederlo, ne hanno bisogno, ne hanno diritto!

martedì 15 settembre 2009

Donata Amadori non c'è più

Donata Amadori non c'è più.
Ciao, Donata,
non possiamo più parlare con te, ma nella tua nuova dimora inondata di luce, quella riservata ai giusti, affidiamo i nostri pensieri, così ci potrai sentire.
Noi dovremmo gioire per te e con te, perché tu sei nella gioia, non hai più bisogno, come noi, di piangere, soffrire, desiderare. Non considerarci egoisti se a questi pensieri aggiungiamo qualche lacrima; le lacrime sono la rugiada della nostra anima e la tua dipartita le ha sciolte in un rivo di dolcissimi ricordi.
Chiunque ci lascia si porta via un pezzo della nostra storia e tu hai fatto parte di questa storia: la limpida spontaneità dei tuoi rapporti, la tua vitalità, le tue risate che uscivano come spruzzo di fonte appena nata, manterremo con riconoscenza nei nostri cuori.
Ciao, Donata, noi I Minipolifonici che ti abbiamo conosciuta e con te abbiamo vissuto momenti bellissimi nel canto, nei giochi, nelle serate trascorse assieme in “casa Conci”, ti salutiamo pregandoti di cantare lassù, per noi, anche i nostri canti.
Nicola con I tuoi Minipolifonici

martedì 28 aprile 2009

Leggere e cantare, è possibile gioire?

Italia: anno 2030 Da un comune dialogo fra due amici.
Rossella: “Ciao, come va?” Sandro: “Bene, molto bene e tu?” Rossella: “Anch’io, molto bene, anzi, direi meglio ancora; sto incontrandomi con alcuni miei amici per cantare; oggi porto Monteverdi...” Sandro: “Cosa porti di Monteverdi?” Rossella: “Questo: “Deh, bella e cara”...” Sandro “Ah, la conosco” Rossella: “Qualcuno porterà alcuni lieder di Schubert, poi, non so, ma leggeremo tanta musica.” Sandro: “Avete concerti in programma? ... vi dirige qualcuno?” Rossella: “No, no, lo facciamo per noi, ci troviamo ogni settimana a leggere musica, non cantiamo per fare concerti, se mai volessimo, un direttore lo si trova sempre, c’è la coda...; noi cantiamo per diletto, non siamo musicisti di professione, lo sai, io  sono ragioniera e tengo la contabilità dell’officina elettrauto di mio padre; a scuola ci hanno insegnato la musica e quindi a leggere e intonare le note, ci viene quasi  automaticamente, come leggessimo un libro o il giornale. Siamo tutti amatori” Sandro: “E’ bellissimo!” Rossella: “Dai, perché non vieni anche tu?” Sandro: “Mah, quasi quasi ci faccio un pensier... anzi, no, vengo oggi anch’io con te, sono libero e una cantata in coro non si rifiuta mai... però non ho con me musiche da proporre”. Rossella: “Ne abbiamo noi tante, oggi leggiamo quelle, la prossima volta porterai le tue, magari, se hai qualcosa di nuovo...” Sandro: “Va bene, va bene, allora, andiamo”.  E, via canticchiando assieme l’aria: “La ci darem la mano...”
Fantascienza italiana!
Noi, intanto abbiamo incominciato così:

Perugia - Italia
21- 22 marzo 2009

I Minipolifonici
Secondo incontro con la lettura musicale DALCON

Lettura musicale?!  Teoria, solfeggio e dettato musicale (come ama chiamarlo la tradizione) mah, è una materia complementare, non si può farne un concorso! siamo seri! Sarebbe come fare un incontro di Analisi grammaticale!
Il solfeggio serve a indottrinare di regole musicali l’allievo. “Solfeggio imposto attraverso l’arido snocciolamento parlato di note spintonate da un ritmo spesso assurdamente difficile, costellato di continui trabocchetti? Bah!...”
Ma è necessario! si dice in Conservatorio, indispensabile a semplificare il lavoro dell’Insegnante di Strumento, solo a lui! è affidato il compito di formare il “Musicista” , prepararlo all’incontro con il palcoscenico e agli applausi; diamine, a ciascuno il suo!
E’ mai accaduto che il garzone incaricato a preparare la malta per costruire la casa abbia goduto gli onori al pari degli architetti? Questi insegnanti di solfeggio devono darsi una regolata!

Ma ora... leggete questo: 
Alle Scuole che hanno partecipato al secondo concorso di lettura musicale DALCON:
Complimenti, voi siete riusciti a compiere il miracolo di rendere il “Solfeggio” (ah! che brutta parola!) un appuntamento di gioioso impegno settimanale, a renderlo occasione preziosa per gustare il piacere di fare musica attraverso il primo, in assoluto il più importante, strumento musicale: la voce. 
Il recente incontro per il quale avete coinvolto quasi una trentina fra i vostri allievi, lo ha dimostrato. Erano poi bambini e ragazzini fra i sette e i dodici anni  che suddivisi nelle tre categorie: Primi passi, Allievi, Esperti, si destreggiarono in diverse prove, affrontando l’esecuzione di musiche precedentemente preparate, musiche consegnate il giorno prima, altre da leggere lì sul momento”.
Ancora sulle prime note da loro intonate, s'è creata un'atmosfera magica, unica, di ammirazione, rispetto nei confronti di quei piccoli, chini sulle partiture, impegnati a sciogliere dalle loro labbra e dal loro cuore, che tradiva innocente trepidazione, le note su di esse scritte.
In tanti anni di insegnamento mai avremmo pensato che la lettura cantata di una melodia letta a prima vista, anche a tre voci, fosse capace di suscitare tali emozioni.
Ci siamo chiesti: “ Ma questi sono allievi di teoria, solfeggio e...bla, bla, bla... o “alieni” di teoria, solfeggio e...bla, bla, bla...? ”Tutti, ma proprio tutti furono in grado, con le loro esecuzioni, alcune di altissimo livello, di stupirci, entusiasmarci, commuoverci. In loro traspariva gioia, desiderio di parteciparvi, di provarci, e soddisfazione nel riuscirci.
Nessuno era contro l’altro, nessuno, si considerava il protagonista, ciascuno, invece, si propose in favore della sua Scuola.
Dobbiamo ammetterlo, qualche prova fu un po' difficile, ma loro non si persero d'animo, l’affrontarono con determinazione  superandola con abilità.
La Giuria? Iniziamo dalle gentili signore: Eva Marti; formatasi, fin dall’età di sei anni, alla Scuola di coro dei Minipolifonici di Milano, musicalmente pronta e dotata di ottima intonazione; ora studia canto con l’intento di conseguire il diploma. Saverio Tinto, appassionato estimatore del metodo Dalcon, insegnante di musica colto, e sensibile direttore di coro di bambini; Franco Radicchia, anch’egli ottimo didatta presso le scuole medie e direttore di coro.
Non male l’idea di evitare ipotetici “luminari della musica” prediligendo coloro che con i bambini e i ragazzi sono in contatto quotidiano, persone che conoscono la didattica dei Minipolifonici, la condividono, la adottano e proprio in virtù di ciò, in grado di valutare, giudicare, apprezzare, riconoscere l’adeguatezza delle relative prove in concorso.
Che piacevole emozione per i piccoli della Scuola di Musica C. Eccher di Cles, con la loro insegnante Chiara Biondani, vincitori nella categoria: “Primi passi”!
Comprensibilmente compiaciuti i ragazzini del coro “Nuove Armonie”di Padova e la loro insegnante Chiara Mario, mentre ritiravano il primo premio per la categoria: Allievi” ed infine gli allievi della Scuola Il Pentagramma di Tesero, giustamente fieri nello stringere fra le mani, assieme al loro insegnante Ilario Defrancesco, il premio quali vincitori nella categoria: “Gli Esperti”.
Che successe poi? Prima di lasciarci: una trascinante Tombola musicale, bellissima, organizzata in modo che a giocare non fossero le diverse scuole “una contro l’altra armate” ma gli allievi delle stesse divisi in squadre di sei, estratti a sorte fra  i concorrenti, coinvolse tutti i bambini.
Non vinsero i singoli Aldo, Rosanna o Andrea ma sei ragazzi uniti in cordiale collaborazione, vicendevolmente impegnati  nel superamento delle varie tappe della stessa.
Altri vincitori? Prima fra tutti la Musica, in egual misura gli insegnanti ai quali va pure il merito di aver permesso ai loro bambini di vivere questa esperienza. I bambini,  si, loro, che con l’ incoscienza propria dei cuori semplici si affidano totalmente a noi adulti, loro, che guardandoci negli occhi, ci seguono, ci ascoltano, ci scrutano, si fidano,  si affidano alla nostra saggezza, rispondendoci con tacita, genuina  riconoscenza. 
E, infine... lasciatecelo scrivere: anche il Metodo DALCON.
Dunque, a questo concorso, il primo in Italia, auguriamo una lunga serie di prossimi incontri.
Esso ha confermato la nostra convinzione, da molti anni accarezzata, che il solfeggio può trasformarsi in forma d'Arte, se interpretato quale ulteriore occasione di crescita nella coscienza e conoscenza della Musica e non solo arido "tributo" da versare alle Istituzioni musicali.
Il nostro "Grazie" va quindi alle Scuole, agli insegnanti, che hanno favorevolmente accolto questa proposta formativa, condividono il nostro "credo didattico", e l’hanno nobilitato con la splendida risposta data dai loro allievi. 
Arrivederci al prossimo anno, ad altre piacevoli cantate a una, due, tre, cento voci che intonano l'identico “nostro canto”.


venerdì 17 aprile 2009

La storia dei Minipolifonici XIV PARTE

E ora, I Minipolifonici dove sono? cosa fanno?
Sono in Umbria, naturalmente, dove abito, e dove continuano la loro vita attraverso l’ Associazione  “I Minipolifonici” nella quale è attivo un Centro per la formazione corale e musicale infantile che si propone come punto di riferimento nazionale per chiunque desideri informazioni, aiuto, consigli per la realizzazione e conduzione di un coro di bambini, per conoscere e approfondire le proprie esperienze nella didattica musicale infantile e nell’uso del nostro metodo.
Accoglieremo con gioia e affetto tutte quelle Scuole di musica, quei cori, e sono molti in Italia, che si ispirano ai Minipolifonici, e pur non servendosi del nome, lo onorano, attraverso la stima, il rispetto, l’entusiasmo, la fierezza di essere considerati da noi loro testimoni.
L’immediato? Eccolo: Il ventidue marzo ci fu l’Incontro nazionale di lettura musicale cantata attraverso il nostro metodo: DALCON (la didattica dei Minipolifonici).
Fu un gioioso concorso di lettura musicale, cantata, naturalmente, il primo in Italia, dove venticinque ragazzini, fra i sette e i dodici anni, provenienti da diverse Scuole di musica, si confrontarono esibendosi in diverse e variegate prove di lettura. 
Suddivisi in tre categorie: Primi passi, Allievi, Esperti, si destreggiarono nell’esecuzione di musiche precedentemente preparate, musiche consegnate il giorno prima, altre da leggere lì sul momento.
Bellissimo risultato di cui narreremo dettagliatamente sul blog.
Il 26 marzo, con gli allievi di prima, seconda e terza media a Ponte Pattoli, ho realizzato un progetto: “Dai ragazzi il teatro per i ragazzi” mettendo in scena due operine per bambini. I ragazzi della prima, fantastici, entusiasti, pronti a recepire qualunque stimolo proponessi loro, si cimentarono nella Montagna dei nanetti. All’inizio impacciati nel muoversi, nel cantare, poi ad ogni lezione constatavano, assaporandone il piacere, i loro continui progressi. 
Le classi seconda e terza realizzarono la Principessa Clara, un lavoro teatrale più impegnativo, con numerosi ruoli: narratori, personaggi, rumoristi, l’orchestra di flauti, il coro.Ognuno con i propri mezzi, le proprie capacità ce la mise tutta nel cercare di dare il meglio nell’esecuzione e rendere il tutto, anche la voce il più gradevole possibile. Una serata molto bella e piena di festosa euforia.
"Riguardo al Coro dei Minipolifonici, Milano, molti cantori hanno trovato cori dove cantare, numerosi sono quelli che vengono a trovarci, per il desiderio di mantenere forti e duraturi i legami di affetto, e stima verso la Leo e me.
A Trento, benché ancora in sordina e...”dietro mentite spoglie”, continua a vivere attraverso la caparbia passione di alcuni cantori: I coniugi Ajelli (Roberta e Guido), i coniugi Banal (Michela e Bebe), i coniugi Zambotti (Serena e Mario). Si ritrovano a casa di Mario ogni settimana per cantare, ma cantare alla Mini. Mario studia, si prepara, frequenta corsi di direzione, viene spesso da me in Umbria  per conoscere, sapere, imparare, con la Leo lavorare sulla sua voce, con me sul repertorio e questo senza alcuna pretesa o insana ambizione ma: per il piacere di “Cantare e far cantare per diletto” musiche soprattuto belle, cantarle  con gusto, scegliendo quelle adatte alle reali risorse vocali del coro. Questo sparuto gruppo di cantori ha chiesto a Mario Zambotti di dirigerlo ed io ne sono felice.
Se poi questi potranno essere i miei Minipolifonici, mi vedranno con loro.
Chi leggerà questo mio scritto e lo condividerà, potrà mettersi in contatto con Mario al suo telefono: 0461866618.

Ed ora un pensiero, a colei che più di qualunque altro ha dedicato ai Minipolifonici, per amor mio,  una parte importante della sua vita: Eleonora Dalbosco (la Leo per generazioni di cantori e allievi):

“Carissimo amore mio, così sento di rivolgermi a te che, oltre ad aver accettato di unire la tua vita alla mia attraverso il matrimonio, hai accettato di condividere, abbracciare e dedicarti in modo totale alla mia vita nei Minipolifonici di Trento e di Milano. Il tuo rapporto con Essi lo iniziasti a dieci anni nel coro delle voci bianche, nel coro misto, nelle formazioni cameristiche, poi collaborando alla nascita della Scuola di musica sia come insegnante che di supporto costante e provvidenziale nella conduzione della stessa (orari delle lezioni, stesura dei programmi didattici) e in tutte le iniziative che costantemente e copiose fiorivano nei Minipolifonici (Coro e Scuola).
Silenziosa, discreta per natura e per scelta, fosti al mio fianco, presente, collaborativa, stimolatrice, consolatrice in tante, tantissime situazioni, anche quelle  difficili, dolorose, drammatiche; le hai fatte tue, aiutandomi, sorreggendomi, suggerendomi, tutelandomi, in questi quarant’anni di vita dei Minipolifonici.
Hai gioito dei miei successi e di quelli dei “Mini”, hai sofferto per le mie e loro angosce, hai sopportato, per amor mio, offese, lacerazioni interne alla Associazione, alcune delle quali legate al nostro amore, al nostro matrimonio, alle nostre scelte di coppia, doverose, legittime ma da molti non comprese o non accettate.
Hai  dedicato, togliendolo alla tua famiglia, tantissimo tempo prezioso pur di starmi vicina e favorire la mia dedizione totale, forse eccessiva, verso i Minipolifonici.
Sempre per loro e per me, hai lasciato il posto sicuro di insegnante a Trento per seguirmi nel sogno (rivelatosi poi meraviglioso) di istituire i Minipolifonici pure a Milano.
Hai trascinato nella gioia di fare musica, grazie alle tue dolcissime qualità umane, alle tue particolari qualità professionali e didattiche, centinaia di bambini, ragazzi, a Trento, a Salorno (nella Scuola dei Minipolifonici da te avviata e diretta per diversi anni) e poi a Milano.
Hai impresso su migliaia di fogli, quaderni, libri il tuo “mitico, amatissimo Leoncino”, affascinante, fiabesco simbolo di approvazione per le costanti conquiste dei tuoi allievi.
Hai contribuito alla grandezza dei Minipolifonici, hai voluto che ciò avvenisse, e proprio quando tutto questo sembrava dovesse crollare (purtroppo a Trento è crollato), mi sei stata vicina e ancora una volta hai assorbito in te il peso delle mie angosce, hai fatto di tutto per alleviarle, riuscendo a farmi riconquistare serenità, fiducia, determinazione a continuare il cammino dei Minipolifonici.
Io, i Minipolifonici, tutti, senza di te non avremmo ottenuto, realizzato così tanti traguardi, tante soddisfazioni, tanti trionfi.
Grazie, Grazie, Grazie, Grazie! 
Il primo grazie è tutto mio, il secondo, doveroso, da parte di Trento, il terzo è dei tuoi allievi di Salorno, il quarto, lo sai, viene dai “Mini” di Milano, anche a nome di tutti i loro genitori.
 
La storia dei Minipolifonici, quindi, continua e continuerà a coinvolgere, trascinare, entusiasmare bambini, giovani, insegnanti, amici, “Mini”, tutti coloro, insomma, che vorranno mantenere vivo il legame di affetto, i ricordi, le emozioni vissute assieme, quelle nuove, quelle future, tutte unite in un unico, identico nostro “canto”.



giovedì 1 gennaio 2009

La storia dei Minipolifonici XIII PARTE

Gli allievi avevano raggiunto il numero di cento venti, crescevano soprattutto le iscrizioni ai corsi dei piccoli, dimostrazione gratificante dell’interesse e stima che Milano stava manifestando nei confronti della nostra Scuola.
E gli ex cantori? che fine avevano fatto?
Leggete quanto è scritto ora: Un giorno, si presentarono in sede alcune care “vecchie conoscenze”, ragazzotti diciasettenni che reclamavano il loro posto nel coro; erano appunto gli ex bambini cantori, che, superata (o quasi) la muta, erano pronti per altre nuove corali emozioni.
E’ così che istituimmo il coro dei “Ragazzi cantori”: All’inizio tutti maschi: Andrea, Antonio, Camillo, Carlo, Daniele, Luca, Matteo, Paco, Paolo, cui si aggiunse più tardi Martino.
La musica sprizzava dal loro cantare, la voce, invece... accusava ancora incertezza; era praticamente un “nuovo” strumento, da capire, guidare e da rodare.
Ma che importa! erano lì, erano tornati, contenti di riprendere a cantare “nei Mini”, al resto, poco per volta, avremmo provveduto. Il primo brano? “Sonatemi un balletto”, poi “Madonna, io v’amo e taccio”, “Il grillo” e altri. Quanto piaceva cantarli! specialmente in trio (era ciò che avremmo sperato facessero, avrebbero così, avuto maggiore possibilità di ascoltarsi, disciplinarsi, controllare il modo di porgere il suono).
Disciplina? Beh!... grande, euforico entusiasmo, diciamo così.
Il dopo prove? Non andavano mai via! Non che ci dispiacesse, anzi! le prove erano dopo cena, alle 20,45  ma a noi capitava spesso di poter cenare dopo le prove, verso le 22,30, ma loro non avevano alcuna voglia di andarsene, piaceva stare lì a chiacchierare, e noi a sentirci  un po' silenziosi complici delle loro prime furtive sigarette.
Di lì a poco, si “affacciarono” pure le ragazze; loro non dovevano attendere come i maschi, ma dal momento che noi, dopo la terza media le “cacciavamo” dal coro di bambini, uscite dalla porta, rientravano “dalla finestra”.
E fu così che il coro dei “Ragazzi cantori” raggiunse la sua completezza.
Ricordiamo i primi brani che proponemmo: quattro “Notturni” di Mozart, una messa di Palestrina a quattro voci. Riportiamo il commento di questi diciasettenni: “Conci, che meraviglia questa musica!” Proponemmo Scarlatti: il classico Exultate Deo! (emozionante vederli cantare!), poi anche Schumann, Buxtehude... ah, si, anche qualche Gospel, loro li consideravano piacevolissimi diversivi.
A questo proposito ci piace ricordare un significativo aneddoto: un giorno, un nostro cantore ci disse di aver conosciuto un coro che cantava Gospel, arrangiamenti jazz, Musical, ed essendo stato invitato a parteciparvi, aderì con entusiasmo. Ci raccontò: “Sai, Conci, è bello cantarli, fra un po’ faremo anche un concerto, anzi, il maestro mi disse: “Tu, che hai esperienza di coro, perchè non vieni a cantare con noi stabilmente?” “Io gli risposi di gradire il loro repertorio e cantarlo mi divertiva, ma per fare musica avevo scelto di cantare nei Minipolifonici”.
Pure questa formazione si esibì in numerosi concerti, coronando il percorso con la registrazione di un CD assieme alle voci bianche, sul quale incidemmo le Litaniae Lauretanae K 109 di Mozart, la Missa brevis S.ti Johannes de Deo di F.J.Haydn, e la Messe G-dur D 167 di F. Schubert.
La realizzazione di questo CD la dobbiamo all’intervento del papà di Olimpia il quale provvide a sostenerne in toto le spese.
Le voci bianche, proseguivano il loro cammino lavorando, proponendo i loro canti a volte anche assieme al “Gruppo strumentale giovanile” della mia Scuola di Trento: “I Minipolifonici”, quando ancora ne ero il direttore, lo volemmo spesso con noi, per condividere: Mini di Milano e Mini di Trento, le gioie che la musica eseguita assieme è in grado di donare.
Volemmo quegli splendidi ragazzi anche in un viaggio a Betlemme dove la notte di Natale fra il 1999 e il 2000 parteciparono assieme ai nostri cantori di Milano al concerto tenutosi sulla piazza di Betlemme; ci esibimmo pure alla presenza dell’allora leader palestinese Yasser Arafat.
Emozioni reciproche, grandissime, un bellissimo concerto nel quale cantori e strumentisti diedero prova di grande professionalità e bravura; qualità non avvertita nel famosissimo soprano solista che cantò con noi il quale ci causò non pochi problemi determinando negativamente alcune nostre esecuzioni; a concerto concluso ebbe pure il coraggio di dirci: “E’ andata Maestro, abbiamo fatto miracoli”.
Non potemmo fare a meno di risponderle, fra il serio e il faceto: “Maestra, i miracoli li hanno fatti i nostri ragazzi” (come ogni “prima donna” non capì).
Comunque, avanti! Altra attività, altri concerti, soggiorni in montagna, settimane musicali a Milano e per ultimo ci fu richiesta dalla FENIARCO (Federazione rappresentativa dei cori italiani) la realizzazione di un CD “Giro, giro canto” comprendente una serie di canti a una e più voci destinati a cori scolastici e istituzioni corali di bambini (il primo di una successiva serie).
E’ stato un lavoro del quale siamo rimasti particolarmente soddisfatti perché in quell’occasione  proponemmo il nostro modo di concepire il canto per i bambini, ponendo gli stessi in primo piano, quindi fruitori di quella proposta.
Abbiamo voluto coinvolgere soprattutto i bambini più piccoli, bambini con intonazione “fragile” e bambini con problemi vocali.
Creature normali, quindi, che proposero il loro canto ad altri coetanei di qualunque formazione vocale e culturale.
Ne è risultato un CD alla portata di tutti e destinato soprattutto alle voci e ai cuori dei bambini più che alle orecchie dell’ascoltatore adulto che si compiace soprattutto di ascoltare esecuzioni perfette, voci uniformi, regimentate, spesso fredde, a volte tristi.
E’ stato l’ultimo impegno dei “Minipolifonici della città di Milano”.
Nel 2002 facemmo una scelta radicale, trasferendo la nostra vita, il nostro futuro, le nostre attività e naturalmente i Minipolifonici, in Umbria.
Quando la comunicammo al Consiglio di amministrazione, in casa di Eva Marti, venne accolta con dolore ma con imbarazzante e commovente rispetto. Un componente del Consiglio, parlando a nome di tutti, ci disse: “ A noi e ai nostri figli la vostra assenza lascerà un vuoto difficilmente colmabile perché verrà a mancare quello splendido riferimento che voi avete rappresentato per loro, ma ciò che avete dato e avete fatto per loro, per tutto questo ve ne saremo grati per sempre e vi auguriamo tante altre soddisfazioni nella vostra nuova residenza”.
Vollero organizzare un giornata di commiato alla quale parteciparono pure moltissimi ex allievi e cantori; gli stessi vollero preparare un concerto, l’ultimo concerto, le cui musiche e voci sono ancora impresse dolcemente nel nostro cuore. Fu allestita un’Asta con tutti gli oggetti (dai ninnoli, ai quadri), suppellettili che per nove anni fecero da cornice alle lezioni, alle cantate, a volte piccoli oggetti che ai ragazzi risultavano particolarmente significativi al punto che ognuno desiderò portarsene a casa qualcuno per ricordo.
I genitori di Emma Coccioli predisposero e donarono a tutti noi un simpaticissimo distintivo nel quale era rappresentato lo stemma dei Minipolifonici e il “mitico Leoncino” (disegno ideato e disegnato dalla Leo), due immagini che accompagnarono la loro vita nel coro; il leoncino poi, rappresentò per tutti i cantori l’oggetto più amato e desiderato, affettuoso simbolo di quotidiane conquiste nel percorso musicale e corale di ognuno.
Ci lasciammo con molta commozione e soprattutto con reciproca, grande riconoscenza.
Quanti e quali genitori dovremmo ringraziare? Luè, Gambrosier, Di Garbo, Coccioli, Bossi, Puglisi, Taurino, Grasso, Delmarco... ma poi tutti, veramente tutti.
Non ci perdemmo di vista. Lo stesso anno, in novembre, ce ne capitarono in Umbria una ventina, con i quali passammo due splendide giornate; e con molti di loro rimaniamo in continuo, costante, affettuoso contatto.

Stiamo giungendo alla conclusione, il prossimo capitolo chiuderà questo corposo pezzo di storia dei Minipolifonici. Ciò che accadrà d’ora in poi, lo racconteremo alla ricorrenza del prossimo anniversario.